XII-TH EDITION OF BAIKAL ICE MARATHON by Giorgio Bertolini
S.CLUB ATLETICA LIBERTAS SESTO A.S.D.
Domenica 06 Marzo 2016 - Lake Baikal, Siberia, Russia, Irkuttsk Region - Partenza da Tankol per arrivare dopo 42.195 mt di corsa sul ghiaccio a Listvyanka - Giorgio B. c'è !!! Libertas Sesto c'è !!!
Prima tappa del lungo viaggio (10 ore totali di volo da Malpensa via Mosca) è Irkutsk in piena Siberia.
La popolazione locale è molto eterogenea costituita in parte da discendenti dei deportai del tempo dello Zar nel 1800 e in parte da popolazioni con tratti decisamente orientali dato che il confine con la Mongolia è molto vicino.
Dopo il Venerdì notte ad Irlutsk, e 2 ore di pullman, ecco finalmente raggiunto il Lago Baikal. Il lago è immenso. Lungo circa 650 km, più della distanza tra Milano e Roma, largo in media 48 km (fortunatamente dove attraverseremo noi sono "solo" 42 km!), con una profondità massima di 1640 m (è il lago più profondo del mondo) e contiene circa il 10% di tutta l'acqua dolce del pianeta (calotte polari escluse).
Sabato pomeriggio passeggiata sul Lago ghiacciato con l'opportunità di fare foto insolite come per esempio le navi (si navi, non barche) bloccate nel porto ghiacciato e riprese dal lato lago "camminando sulle acque".
In serata distribuzione dei pettorali con cerimonia in rigoroso russo e con qualche parola in uno stentato inglese.
Domani saremo 155 (143 uomini e 12 donne) a correre la Maratona e 32 (15 uomini e 17 donne) che invece si fermeranno dopo i 21 km. La maggior parte sono atleti Russi ma ci sono moltissimi orientali (specialmente Giapponesi e Cinesi) ma quelli più impressionanti sono un gruppo di atleti Polacchi super motivati. L'unico Italiano sono io!! A causa delle inaspettate abbondanti nevicate, inusuali in questo periodo dell'anno, il tracciato sul Lago ghiacciato è stato accuratamente preparato rimuovendo la neve lasciando il ghiaccio vivo.
Ed ecco il giorno della corsa. Durante la notte un vento fortissimo e spostato la neve sul Lago ricoprendo il tracciato. Nel pre-briefing ci preannunciano che la gara sarà durissima dato che la neve fresca in alcuni punti è molto alta. Il vento sarà molto forte e contrario. Per questa ragione il tempo massimo di 6 ore non verrà applicato e la gara si concluderà solo al calare del sole quando la visibilità sul Lago non sarà più garantita. Ore 8.00 tutti pronti per partire. Il primo impatto con l'esterno è da "brivido". Il cielo è limpido e siamo ampiamente sotto i -25°C ma dicono che col il sorgere del sole la temperatura salirà.
La vestizione si tramuta in un rito collettivo nella lobby dell'Hotel.
Sono vestito a strati non sapendo bene come evolverà la giornata.
Scarpe da trail Salomon con ramponi da corsa Yak Trax e ghette per evitare alla neve di entrare nelle scarpe. Calzamaglia senza piede e due paia di pantaloni normalmente utilizzati per correre in inverno al Parco Nord. Maglietta termica e poi due maglie da corsa invernali, più un giubottino da corsa della Nike.
Due paia di guanti da corsa (e quanto mai non ho indossato i guanti da sci erroneamente lasciati in hotel), fascia copricollo in pile e cappellino tecnico e occhiali da sole.
Dall'hotel, tutti di corsa verso gli hovercraft che ci porteranno in circa un'ora dall'altra parte del Lago volando sul ghiaccio.
Per evitare cali di temperatura corporea, dopo essere arrivati, ci fanno sistemare "al caldo" all'interno di un museo del Lago Baikal. L'attesa si protrae per circa un'ora e mezza dato che i ghiaccio si è rotto a circa 2 km dalla linea di partenza. Dopo aver organizzato un ponte fatto da tre hovercraft finalmente di parte.
Tutti in fila per ordine di pettorali all'interno del museo, e alla chiamata del numero si corre verso la linea di partenza e nel giro di qualche minuto viene dato il via.
Fortunatamente poco prima della partenza indosso sopra tutto un giacchino antivento che sarà la mia salvezza contro il vento fortissimo e freddissimo.
La temperatura è di -21°C con un windchill di -35°C ma i primi 8 km passano rapidamente. Il tracciato è sul ghiaccio vivo e la sensazione è fantastica. I ramponi da corsa fanno egregiamente il loro lavoro. In verità non me lo aspettavo!! Il ritmo è quello che mi ero imposto (5.30 min/km). L'unico inconveniente è il vapore acque del respiro che non solo mi appanna gli occhiali, ma che ghiaccia immediatamente sia sugli occhiali che sulla fascia copricollo. non si vede più niente per cui decido di togliere gli occhiali anche se il riverbero del sole è intenso e sembra che il vento freddo mi congeli il liquido lacrimale.
Dopo 8 km iniziano i primi problemi. inizia la neve sul percorso. Al momento ci sono solo 5-10 cm di neve e il vento contrario è ancora forte e osservo solo un calo del ritmo (6.00 min/km).
Dopo circa un'ora ecco finalmente al 10 km il primo rifornimento. The caldo e frutta secca (nocciole, uvetta etc). La sensazioni di mangiare l'uvetta secca ghiacciata è unica. Sembra di mangiare delle caramella croccanti. Le mani sono completamente ghiacciate. Che dolore. Mi apro il giubbetto antivento e corro alcuni chilometri con le mani strette sotto le ascelle.
Si riparte, ma la neve aumenta sempre di più. In alcuni punti arriva fino a 40 cm e si sprofonda fino quasi al ginocchio. La fatica è tremenda, il ritmo cala sensibilmente ma ecco il secondo rifornimento alla mezza dove arrivo dopo 2 h 49 min. Sono stremato con le mani congelate, e anche se sono iscritto alla 42 km, la vista dei partecipanti alla mezza che si rifugiano al caldo di una tenda e che vengono trasferiti in hotel con gli hovercraft mi fa pensare per un attimo al ritiro.
Ma il pensiero di aver viaggiato fino in Siberia e di non arrivare con le mie gambe all'arrivo mi crea qualche remora per cui... avanti fino al prossimo rifornimento!!! Lo spettacolo è sempre più bello e pian piano si inizia a vedere la costa del lago su cui è posta la linea dell'arrivo.
Lo strato di neve fresca inizia a scendere per cui la corsa si fa un po' più agevole e al 35 km il vento cessa e lo sforzo negli ultimi chilometri torna ad essere sopportabile (oppure mi sono così abituato alla situazione che non sento più la fatica).
Ultimo rifornimento al 39 km. I due corridori che mi precedono sono a più di un minuto davanti a me mentre dietro a me c'è il vuoto per cui mi posso assaporare gli ultimi chilometri mentre mi godo il sole che si sta già abbassando sul lago.
Arrivo dopo 6 h e 38 minuti tra gli applausi e le grida di un manipolo di persone in attesa dei corridori. Appena mi fermo, mi accorgo di essere completamente avvolto dal ghiaccio. Tra il giubbetto antivento e il giubbottino da corsa ho uno strato di un centimetro di sudore che rimasto intrappolato dal tessuto antivento mi si ghiacciato addosso, ma poco importa. SONO ARRIVATO!
Dopo una doccia calda tutti ad attendere al calduccio dell'hotel l'arrivo degli ultimi corridori. L'ultimo, un francese, arriva dopo più di 8 ore e 10 minuti.
Gli altri corridori ancora sparsi sul Lago vengono raccolti dagli hovercraft e riportati in hotel.
Alla fine su 155, siamo arrivati in 140, niente male.
Dopo la cena con premiazione e fiumi di Vodka tutti a letto dove la fatica di colpo inizia a farsi sentire. Più di 6 ore a -20/-30°C lasciano il segno.
La mattina dopo, a piccoli gruppi si torna verso la civiltà e lasciando alle spalle il Lago Baikal l'unico pensiero è all'anno prossimo dato che sicuramente tornerò sperando di correre davvero la Ice Marathon e non la Snow Marathon.
Se qualcuno vuole unirsi all'impresa.......fatevi vivi.
Giorgio B.